di GIORGIO LONGOBARDI
La natura e i suoi molteplici ecosistemi garantiscono, da sempre, un certo equilibrio al pianeta affinché determinate funzionalità organiche non vengano mai meno. Tuttavia, per quanto belli e rinfrancanti, essi necessitano di una tutela costante caratterizzata da un’attenzione al dettaglio pressoché maniacale, poiché gli stravolgimenti di turno (positivi o negativi che siano) possono incombere da un momento all’altro a seguito di svariati fattori più o meno oggettivi. Ed in virtù di ciò, dinanzi a un fenomeno come quello del maltempo, società e apparati istituzionali hanno il compito – se non addirittura il dovere morale e materiale – di trovare delle soluzioni ad hoc per prevenire sul nascere qualsivoglia catastrofe in grado di provocare delle pericolose reazioni a catena.
Napoli e non solo: i danni del maltempo
Il predetto sillogismo socio-strutturale sembra, perciò, quasi scontato, visto lo standard attuale di misure di sicurezza e di prevenzione volte a scongiurare crolli, smottamenti, inondazioni e molto altro ancora. Purtroppo, però, la teoria si presenta estremamente diversa dalla pratica, soprattutto in zone urbane in cui l’incuria la fa da padrona abbracciando buona parte delle loro arterie fondamentali.
Basti pensare a Napoli, un reticolato metropolitano flagellato da dissesti e precarietà che vanno a discapito di cittadini ormai prossimi ad una crisi di nervi. Difatti, che si tratti del Vomero, del centro storico o di una zona periferica come Agnano, i problemi in tal senso proliferano a dismisura. E non appena sopraggiunge una perturbazione a carattere temporalesco, alberi, cartellonistica pubblicitaria, segnaletica stradale ed altri componenti instabili diventano delle autentiche armi di offesa colpendo – talvolta in maniera irreversibile – oggetti e persone presenti nei paraggi. Uno scenario insostenibile, tamponato a fatica da amministrazioni locali e addetti ai lavori facendo leva su un quantitativo di risorse piuttosto discutibili.
Preservarsi per preservare
Oltre all’implementazione massiva degli iter di salvaguardia del territorio, un espediente capillare dovrebbe includere anche un maggiore senso di responsabilità verso la realtà circostante. Incarnando e preservando dei valori che vanno dal rispetto alla solidarietà sociale, la risultante auspicabile non potrà che essere quella notevole sensibilità multi-connessionale atta a trasformare – in positivo – l’intero sentire comune.