di ANTONIO SPOSITO
Avram Noam Chomsky (Filadelfia, 7 dicembre 1928) è uno scienziato sociale a tutto tondo. Docente emerito di Linguistica al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, è conosciuto anche per il suo impegno politico ispirato al socialismo “liberal” della sinistra radicale americana.
Dalla fine della II° Guerra Mondiale, la velocità delle innovazioni scientifiche e tecnologiche ha generato un divario crescente tra le conoscenze dei cittadini e le verità possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Secondo Chomsky, grazie a scienze quali biologia, neurobiologia, psicologia e sociologia, il sistema di potere ha avuto modo di conoscere meglio l’essere umano in tutte le sue dimensioni più di quanto quest’ultimo conosca se stesso.
Le sue riflessioni sociologiche più seminali sul sistema di manipolazione e di controllo dell’opinione pubblica, attuato attraverso i mezzi di comunicazione di massa, sono racchiuse nelle sue opere “Manufacturing consent: the political economy of the mass media (1988), scritta insieme a Edward S. Herman (economista americano) e “Understanding power: the indispensable Chomsky” (2002).
Nella prima, viene evidenziato come nella attuale società neo-capitalistica finanziaria i mass media siano “… delle potenti ed efficaci istituzioni ideologiche che compiono una funzione di propaganda supportiva del sistema in cui si trovano, causata da una dipendenza dal mercato in cui sono situate, da presupposti interiorizzati, auto-censura e con una coercizione occulta”; la seconda, assembla gli interventi più importanti dello stesso Chomsky, che hanno affrontato argomenti inerenti alla politica estera USA, di cui ha evidenziato la pulsione imperialista e le ricadute negative sulla società americana, nonché alla crisi del welfare durante l’amministrazione Clinton.
Il meccanismo di manipolazione e controllo del sistema di potere politico è attuato anche con la complicità dei Media “mainstream” che “fissano le priorità”, la struttura gerarchica delle notizie da diffondere (Agenda Setting), cui i Media “minori” devono sottostare a causa della esiguità delle risorse disponibili. Le fonti primarie che fissano tale gerarchia sono in genere collegate a potentati politici ed economici che controllano l’editoria. L’obiettivo è attivare la “fabbrica del consenso”.
Nel 2014 Chomsky ha raccolto nel saggio “Media e potere” le sue riflessioni, da cui estrapola le dieci regole per il “controllo sociale” e la “manipolazione di massa” a livello globale, le quali forniscono una profonda chiave di lettura per comprendere anche la fenomenologia socio-politica legata all’epidemia Covid 19 e la struttura di potere sottostante che l’ha gestita in modo strumentale.
1. Distrazione – “L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.” Per distrarre i cittadini dalle contraddizioni del sistema di potere globale, sempre più idiosincratico nei confronti delle democrazie liberali, questi vengono sovraccaricati di informazioni, così come sta accadendo per l’epidemia Covid 19. Infatti, nel fornire importanza estrema al pericolo costituito dal contagio e dalla conseguente morte, si è creato un allarmismo abnorme rispetto alla probabilità che questo avvenga, che in Italia, sempre inerente al contagio, corrisponde allo 0,37% circa e nel mondo allo 0,06%, mentre ovviamente la probabilità di morte è ancora più esigua.*
2. Creazione del problema e offerta di soluzioni – Quando un sistema di potere vuole assumere decisioni impopolari crea ad arte un problema. L’intento è indurre illusoriamente i cittadini a proporre in prima persona soluzioni da applicare già ampiamente previste. In sostanza, è come se un condannato all’impiccagione fornisca la corda al suo boia convinto che sia giusto così. Ad esempio, nel corso dell’epidemia Covid 19, buona parte dell’opinione pubblica, allarmata dal bombardamento mediatico, ha messo pressione al sistema politico pretendendo determinati provvedimenti.
3. La gradualità – Tecnica utile per introdurre poco alla volta provvedimenti che altrimenti i cittadini non accetterebbero, in modo da non creare shock immediato da impatto. È ciò che è successo, ad esempio, nel corso dell’epidemia Covid 19, allorché, a fronte di un pericolo grave ma non così letale e pervasivo come statisticamente dimostrato, si è cominciato con alcuni provvedimenti in certune regioni italiane, per poi inasprirli ed estenderli a tutto il territorio nazionale. Le restrizioni delle libertà individuali a tutela della “salute pubblica”, nonostante fossero in gran parte incostituzionali, sono così passate come “normali” e “necessarie”.
4. Differire – Consiste nel far credere ai cittadini che è indispensabile ricorrere a provvedimenti temporaneamente limitanti e “dolorosi”, i quali in futuro offriranno notevoli benefici. Il fine è creare assuefazione verso le misure adottate in modo che l’opinione pubblica non le rifiuti. Se per qualche motivo non arrivassero i benefici promessi, l’effetto di “normalizzazione” potrebbe ingenerare, in cittadini oramai “anestetizzati”, una impotenza ribellistica. Ecco perché non è mai consigliabile, anche se per motivi comprovati e urgenti, accettare e legittimare il discostamento dai valori umani e civili sanciti dalle Costituzioni degli Stati democratici e dai loro dettami, così come l’intervento dei militari. Anche questo sta avvenendo nel corso dell’epidemia Covid 19. Una volta creati dei precedenti, può divenire abitudinario e pericoloso per la democrazia ricorrere alle limitazione delle libertà anche per situazioni non proprio emergenziali. Storia “docet”.
5. Infantilizzare il pubblico – Numerosi messaggi televisivi, soprattutto gli spot pubblicitari commerciali e politici, si rivolgono ai cittadini (i pubblici) come fossero dei bambini, applicando tecniche di comunicazione apparentemente “ingenue” e “innocue” che fanno leva sulla “suggestionabilità” come risposta emotiva inconscia. Lo scopo è vincere le resistenze delle persone adulte neutralizzando il loro senso critico. Difatti, rivolgendosi a loro come se fossero dei ragazzini è molto probabile che rispondano in maniera emotiva e infantile. Basti riflettere sulle comunicazioni ossessive, pregne di retorica di Stato come nelle “migliori” dittature, relative allo slogan “io resto a casa”, alle norme igieniche da seguire, al terrorismo psico-sociale indotto dalla paura delle sanzioni addirittura penali o pecuniarie.
6. Spostare il focus sulle emozioni piuttosto che sul ragionamento – Affine alla regola 5 precedente. Tecnica atta a “totalizzare” emotivamente i cittadini per creare l'”effetto massa” a scapito della razionalità e del senso critico individuale.
7. Relegare i cittadini nell’ignoranza e nella mediocrità – Bombardare in modo ossessivo i cittadini con informazioni retoriche dando loro l’illusione di conoscere, ma mantenendoli, di fatto, nell’ignoranza, è uno dei fini ultimi dei sistemi di potere, le cui narrazioni manipolate impediscono la conoscenza della struttura interna veritativa degli avvenimenti in questione.
8. Creare cittadini compiacenti – Il pubblico dei cittadini nutre l’illusione di dare origine in prima persona e in modo spontaneo alle mode, alle tendenze, alle opinioni di massa, indotte il più delle volte in maniera subliminale da centri di interesse e di potere esercitanti la propria influenza attraverso i mezzi di comunicazione, i quali, in quanto agenti socializzatori, “costruiscono” la realtà generando le condotte collettive attese.
9. Il senso di colpa – Per depotenziare la propensione alla ribellione occorre far credere ai cittadini che a causa della loro superficialità e ignoranza sono colpevoli delle disgrazie che stanno accadendo. Ad esempio, correlando impropriamente il contagio alla morte quasi sicura di se stessi, dei propri cari, degli altri, si genera panico e sensi di colpa del tutto immotivati, rinforzando così l’adesione acritica a qualsiasi provvedimento.
10. Conoscenza approfondita degli esseri umani – La maggior parte delle scelte politiche da imporre, necessita di un contesto sociale opportunamente influenzato se non addirittura condizionato. Ad esempio, il modello economico neoliberista o le misure restrittive inerenti al Covid 19, non avrebbero mai potuto essere applicati alle società democratiche occidentali senza l’uso “chirurgico” e funzionale dei mezzi di comunicazione di massa. Le élites dispongono delle verità, ai cittadini devono arrivare soltanto minime quantità di informazioni “addomesticate”. Ovviamente l’ignoranza di cui sopra facilita questa strategia manipolatoria.
Bloccare la capacità critica e l’autonomia della maggior parte dei cittadini è un mantra ossessivo dei sistemi di potere e di controllo, che siano apparentemente democratici o dittature conclamate. Tuttavia, spetta a noi, a chi si identifica in una minoranza dissidente, non farci manipolare passivamente opponendo a ciò il “sapere” e la resistenza.
* Le percentuali indicate sono relative al rapporto tra contagiati e numero di abitanti: ITALIA contagiati 225.886/60.472.166 (abitanti); MONDO contagiati 4.856.473/7.785.340.300 (abitanti). (Dati aggiornati al 18 Maggio 2020 – Fonte Worldometer). Le probabilità di morte sono ancora più esigue se rapportiamo il numero di deceduti al numero di abitanti, mentre è più elevata la percentuale di guarigioni.