di MARA PRINCIPATO
Il 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dichiarò il 25 novembre “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. Perché fu scelto questo giorno?
Il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana furono uccise tre giovani donne, le sorelle Mirabal. Patria, la maggiore delle quattro sorelle era nata nel 1924, Minerva nel 1926 e María Teresa, la più giovane nel 1935. Tutte erano cresciute con la sorella Bélgica Adela e i genitori a Ojo de Agua, minuscola frazione di Salcedo, cittadina situata a nord del Paese.
Avevano ricevuto un’ottima educazione. Minerva si era fatta conoscere il 13 ottobre 1949, durante la festa di San Cristobal, in cui sfidò apertamente il dittatore Rafael Leónidas Trujillo, sostenendo le proprie idee politiche. In un’epoca segnata dal dominio di valori prettamente maschili di violenza e forza bruta, Minerva dimostrò che le donne possedevano il coraggio di far sentire la propria voce.
Patria era religiosa, generosa, allegra e socievole, aveva sposato a sedici anni un agricoltore, divenne madre di quattro figli, tuttavia, non esitò ad aderire al movimento di liberazione, nella speranza che i figli potessero vivere in un mondo migliore. Maria Teresa, dopo essersi fidanzata con un attivista, seguì Minerva nella militanza politica. La loro opera rivoluzionaria fu così efficace che il dittatore Trujillo nel corso di una visita a Salcedo affermò che aveva solo due problemi: la Chiesa cattolica e le sorelle Mirabal.
Il loro nome di battaglia era “Mariposas” (Farfalle). Il movimento fu scoperto dalla polizia segreta di Trujillo, il SIM (Servico de Inteligencia Militar). Il 18 maggio 1960 Minerva, María Teresa e i loro mariti furono condannati e incarcerati. Molti degli appartenenti al movimento vennero inviati presso il carcere “La 40” dove i prigionieri subivano torture. Le sorelle Mirabal vennero liberate mesi dopo, i loro mariti trasferiti nella fortezza di Puerto Plata.
Trujillo temeva ripercussioni da parte dell’OAS (Organization of American States) che in quei giorni aveva inviato un’ispezione nel Paese. Il 25 novembre 1960 le Mirabal, accompagnate dall’autista Rufino de la Cruz, andarono a far visita in prigione ai loro consorti, la sorella Patria le accompagnò nonostante suo marito fosse rinchiuso in un altro carcere.
Intercettate sulla strada del ritorno dagli agenti del SIM, vennero condotte in un canneto dove subirono crudeli e dolorose torture. Coperte di sangue, sfregiate dalle coltellate, furono strangolate, riposte nell’auto sulla quale viaggiavano e gettate in un precipizio simulando un incidente.
Il loro brutale assassinio risvegliò la coscienza popolare e il 30 maggio 1961 Trujillo fu assassinato mentre si dirigeva verso San Cristóbal. L’ultima sorella, Bélgica Adela, morì di cause naturali nel 2014. Durante la sua vita è stata custode della memoria delle amatissime sorelle: «Sopravvissi per raccontare la loro vita».
Le tre sorelle sono diventate un’icona di libertà e opposizione alla violenza di genere. Nella Repubblica Dominicana vi sono numerosi monumenti dedicati, così come scuole, strade, festival, associazioni culturali. La loro effigie compare in una banconota. Per onorare la memoria, nonché l’impegno politico e sociale delle tre sorelle, Salcedo dal 2007 ha cambiato il nome in Provincia “Hermanas Mirabal”.
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