POVERTA’ E MARGINALITA’: L’OPERA MERITORIA DELL’ASSOCIAZIONE “PIANOTERRA ONLUS”

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di DANIELA SPERANZA

Continua il nostro viaggio nella parte buona della società. Ci occupiamo oggi di “Pianoterra onlus”, associazione impegnata nella sensibilizzazione e prevenzione dei problemi di salute e sviluppo legati alla povertà e marginalità. Ne parliamo con la direttrice della sede di Napoli Irene Esposito.

Com’è sorta la vostra associazione e da chi è composta?

L’associazione Pianoterra Onlus nasce a Napoli nel 2008 per volontà dei soci fondatori Ciro Nesci – attuale Presidente – Flaminia Trapani e Alessia Bulgari. Dopo anni di lavoro nel settore della riabilitazione i soci fondatori decidono di dare vita ad una realtà capace di offrire sostegno alle famiglie più fragili, dedicando particolare attenzione ai primi anni di vita dei bambini, al fine di prevenire problemi di sviluppo e salute legati a povertà e marginalità. “Pianoterra” offre servizi di sostegno e accompagnamento rivolti in particolare alla primissima infanzia e alla coppia madre/bambino, realizza interventi integrati, bigenerazionali e multidisciplinari volti ad assicurare ai bambini e alle bambine pari opportunità sin dalla nascita, spezzando il circolo vizioso della povertà e impedendo al disagio di trasmettersi da una generazione all’altra. Attualmente “Pianoterra” conta 20 dipendenti con un’età media di 32 anni: giovani professioniste e professionisti come educatori ed educatrici, assistenti sociali, psicologhe, progettiste. Questo ci consente di mettere in campo interventi multidisciplinari capaci di rispondere in modo flessibile ai bisogni espressi dalle famiglie e dai minori che seguiamo. L’associazione inoltre collabora attivamente con i servizi pubblici (ASL, servizi sociali, scuole) per costruire attorno alle famiglie più fragili una rete di sostegno attraverso la definizione di percorsi di presa in carico integrati.

Gli interventi di “Pianoterra” rientrano in 3 aree principali:

  • Area Nascita e maternità: comprende progetti rivolti a donne in gravidanza, neogenitori e minori 0-3 anni – tra cui il programma 1000 Giorni – volti ad assicurare il miglior inizio possibile a bambini e bambine attraverso l’offerta di servizi quali l’orientamento e l’accompagnamento ai servizi socio-sanitari presenti sul territorio, l’assistenza legale e amministrativa, percorsi di accompagnamento alla nascita e alla genitorialità positiva, promozione di sani stili di vita e di sana alimentazione, sostegno economico;
  • Area Empowerment e Autonomia: comprende progetti di sostegno e accompagnamento rivolti principalmente a donne/madri e bambini fino ai 6 anni allo scopo di promuovere le pari opportunità attraverso l’offerta di percorsi laboratoriali volti a favorire la formazione e la socializzazione delle donne e percorsi di sostegno psico-educativo per supportare la relazione mamma-bambino promuovendo l’autonomia dei più piccoli;
  • Area Educazione: comprende progetti di contrasto alla povertà educativa minorile attraverso l’offerta di opportunità di crescita ed apprendimento, rivolte a minori a rischio di esclusione sociale nella fascia 0-6 anni e nella fascia 6-18 anni: laboratori educativi e ricreativi, sostegno scolastico, campi estivi.

L’associazione ha la sede principale a Piazza San Domenico Maggiore, gestisce uno sportello di sostegno ai neogenitori presso l’AORN Cardarelli e un centro educativo per bambini e ragazzi da 6 a 16 anni nel quartiere Sanità. Negli ultimi anni “Pianoterra” ha esteso il proprio intervento anche al territorio di Castel Volturno dedicando uno sportello di orientamento e accompagnamento rivolto a donne in gravidanza e neo mamme, è presente anche a Roma, dove realizza il progetto “1000 Giorni” per il sostegno a donne in gravidanza e famiglie con minori fino a 3 anni, nei quartieri di Tor Sapienza ed Esquilino e il progetto “TORNASOLE” di contrasto alla povertà educativa rivolto a minori tra 0 e 6 anni nel quartiere di Tor Bella Monaca.

Quali sono state le principali difficoltà riscontrate?

Un aspetto non sempre facile del nostro lavoro è il dialogo con le istituzioni. Il “terzo settore”, a differenza del settore pubblico, ha la capacità di rispondere in modo tempestivo proponendo  soluzioni flessibili a problemi complessi. La costruzione di un rapporto di fiducia con le istituzioni richiede tempo e impegno ma è fondamentale per assicurare alle famiglie un supporto efficace ed efficiente. Un’altra difficoltà sta nel target cui “Pianoterra” si rivolge e nel tipo di intervento che promuove. Investire sulla primissima infanzia, sui primi anni di vita dei bambini a partire dalla gravidanza, significa investire su processi di cambiamento i cui risultati più importanti saranno visibili solo nel medio/lungo periodo. Spesso è difficile trovare realtà disposte a investire su questa tipologia di interventi, poiché per raccoglierne i frutti è necessario attendere. Negli anni tuttavia abbiamo costruito una buona relazione con i servizi territoriali assicurandoci il supporto costante di alcune importanti realtà, tra cui “Save the Children Italia Onlus”. Va tenuto poi conto del fatto che oggi la situazione sta cambiando, c’è una maggiore consapevolezza anche da parte della politica sull’importanza degli investimenti nella primissima infanzia e degli interventi precoci per contrastare la povertà (economica, sanitaria, educativa).

Progetti a medio e lungo termine

Per i prossimi 3 anni saremo impegnati come ente capofila nel progetto nazionale “INVIOLABILI”: percorsi di prevenzione e sostegno per bambini 0-6 anni, realizzato con il sostegno dell’Impresa Sociale “Con i Bambini” per il contrasto alla violenza sui minori. L’intento è costruire reti territoriali di contrasto del fenomeno che vedano coinvolte associazioni, scuole, ospedali, servizi sociali, Tribunale dei Minori, famiglie affidatarie nel collaborare per costruire buone pratiche di tutela e cura. Saranno proposti percorsi di sensibilizzazione e prevenzione con azioni di sostegno genitoriale e attività educative per bambini, interventi di accompagnamento personalizzato diretti alle famiglie più fragili, sostegno alle famiglie affidatarie, formazione per il personale socio-sanitario e per gli insegnanti di nido e scuola dell’infanzia.

Nel medio/lungo prevediamo di potenziare l’offerta di servizi sui territori di Castel Volturno e Roma. “Pianoterra” è attiva infatti da due anni sul territorio di Castel Volturno con progetti di sostegno e accompagnamento per donne in gravidanza e bambini fino ai 3 anni di età, realizzati nell’ambito del programma “1000 Giorni”. Obiettivo di medio periodo è stabilizzare la presenza dell’associazione sul territorio assicurando la realizzazione di servizi continuativi, costruendo con le istituzioni e le altre realtà associative una rete di sostegno per famiglie vulnerabili con bambini di età 0-6 anni. Vorremmo, inoltre, attivare nel comune anche servizi educativi per minori 0-3 anni, considerata la presenza di numerosi bambini fino a 36 mesi e la scarsità di nidi sul territorio. Consolideremo, inoltre, la presenza su Roma, dove oggi realizziamo il programma “1000 giorni” e interventi di contrasto alla povertà educativa minorile con scuole dell’infanzia, radicandoci sempre più e arricchendo l’offerta di servizi per la famiglia. Più in generale e sul lungo periodo ci piacerebbe costruire dei contesti di scambio e confronto con le istituzioni e le altre realtà associative con cui siamo in “rete” per ragionare su percorsi condivisi di sostegno alla primissima infanzia che possano rappresentare modelli di intervento esportabili e replicabili soprattutto in ambito pubblico.

Avete considerato la possibilità di “fare rete” con altre realtà? Se si, quali potrebbero essere i vantaggi, a vostro avviso?

“Pianoterra” opera sempre in “rete” con soggetti pubblici, privati e del privato sociale presenti sui territori in cui interviene. Nei progetti che realizziamo attiviamo sia partenariati formali che informali con enti come ASL, ospedali, comuni, associazioni di categoria e altri enti del “terzo settore”. Lavorare in “rete” è indispensabile per realizzare interventi efficaci che non si sovrappongano né si sostituiscano a quelli proposti dai servizi pubblici o da altre realtà del “terzo settore” ma che si integrino per rispondere a 360 gradi alle esigenze delle famiglie che sosteniamo. Ogni realtà ha una propria vocazione e un proprio metodo, è importante quando si lavora con famiglie fragili, che hanno bisogno di tipi diversi di sostegno (sanitario, sociale, economico, psicologico, ecc), promuovere percorsi coerenti atti a contrastare il rischio di frammentazione e confusione che potrebbe vanificare le azioni messe in campo dai diversi attori territoriali. La “rete” è una risorsa per tutti i soggetti che ne fanno parte anche se è estremamente faticoso tenerla in piedi e farla funzionare. Siamo però convinti che solo attraverso la costruzione di comunità di cura in cui istituzioni, enti del “terzo settore” e soggetti del privato compartecipino al fine di sostenere persone, famiglie, bambini in difficoltà, si riesca davvero ad aiutare chi per diversi motivi rischia di restare ai margini e a definire percorsi di inclusione sociale che non lascino indietro nessuno.

Buon lavoro a questa validissima squadra!