IL CIRCO E IL SUO SFRUTTAMENTO IMMORALE

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circo

di ANTONELLA BIANCARDI

Da sempre, l’uomo ha cercato lo svago utilizzando e sfruttando gli animali. Basta volgere lo sguardo all’antico Egitto quando si solennizzava il dio Osiride, creatore dell’agricoltura e della religione, con canti, balli ed acrobazie. E’ poi con i cretesi che si assiste all’introduzione di vere e proprie gare sportive, con acrobati che si esibivano in salti spericolati sulla groppa di tori.

Gli elleni, invece, attraverso l’utilizzo di maschere bianche, diedero origine a innovativi spettacoli mimati. Tuttavia, la vera svolta si avrà solo nell’antica Roma, dove gli imperatori si deliziavano assistendo a corse di cavalli che terminavano con inchini, da parte di queste bestie, che col capo dovevano sfiorare la terra in segno di rispetto.

Un breve excursus storico, quindi, utile ad attualizzare il tutto riferendosi a delle modalità ampiamente radicate, poiché ad oggi la forma più tristemente diffusa di sfruttamento, in tal senso, è rappresentata in primis dagli spettacoli circensi. Il termine circo deriva dal latino circus (circonferenza, orbita); ed è esattamente così che ancora oggi si presenta, ovvero, un tendone che sovrasta uno spazio circolare, i cui colori sfavillanti cozzano con quello che è il reale spirito di questi spettacoli.

Il “vero” volto del circo

Oltre ad essere una macchina da soldi, nella maggior parte dei casi gli animali utilizzati, spesso esotici, vengono addestrati con un metodo basato su punizioni e coercizioni. Si ritrovano a vivere in spazi esigui; sovente sono lasciati alle intemperie, forzati a viaggiare per giorni in gabbie non adeguate. Non sono rari i casi in cui tentino la fuga per sottrarsi a questo tipo di trattamento. In Europa si contano ad oggi 308 incidenti in cui sono rimasti coinvolti circa 660 animali e 95 persone.

Nel 2016, Steven Harris (professore onorario e docente alla Scuola di Scienze Biologiche dell’Università di Bristol), ha pubblicato “The welfare of wild animals in circuses” in cui sostiene che: “La vita nei circhi non può garantire agli animali selvatici ed esotici il soddisfacimento dei livelli minimi di benessere. Si tratta di una vita passata in condizioni di prigionia, in cui gli animali vanno incontro a costanti disturbi psico-fisici, senza alcun controllo sui propri bisogni, una vita fatta essenzialmente di esibizioni negli spettacoli, di esposizione al pubblico, di continui viaggi e trasferimenti. La vita degli animali nei circhi non può considerarsi una buona vita né degna di essere vissuta”.

Secondo i dati raccolti dall’EURISPES riferiti all’anno 2016, sembrerebbe inoltre che gli italiani contrari al fenomeno siano aumentati in maniera esponenziale, attestandosi su una percentuale superiore al 70%. Esistono svariate petizioni, sit-in, manifestazioni, volte ad abolire gli animali esotici dai circhi, ridotti a burattini nelle mani dei domatori e costretti ad una vita contro natura.

Tra le regioni che vogliono bandire i circhi c’è la Campania, che nel giro di due anni vedrà scomparire questa pratica barbara. L’apripista è stata l’Emilia Romagna nel lontano 2012, ma nonostante questa nuova ventata di apparente moralità, ad oggi, la questione non è ancora entrata in Parlamento, motivo per cui, se una compagnia circense volesse esibirsi in una regione contraria a questi spettacoli, potrebbe tranquillamente fare ricorso e vincerlo, dal momento che non esiste una legge nazionale che vieti questo tipo di spettacolo.

D’altro canto, sono molti i Paesi europei, sebbene con modalità diverse (Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Malta, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Regno Unito, Portogallo e Olanda) ed altri del resto del mondo (Costa Rica, Australia, India, Israele, Messico), ad aver da tempo abolito o limitato questa tradizione.

L’esempio del Cirque du Soleil 

Basterebbe seguire il buon esempio del Cirque du Soleil, di origine canadese, che impronta ogni singolo spettacolo sui giocolieri e sulle acrobazie, oppure ci sono gli ologrammi al posto degli animali in carne ed ossa adottati dal circo Roncalli, che ha così deciso di boicottare questa consuetudine.

I bambini – a cui da sempre sono maggiormente rivolte queste esibizioni – non dovrebbero assistere a questi spettacoli che trasmettono un messaggio tutt’altro che educativo. Si deve puntare a sensibilizzare le generazioni future. Fin da piccoli bisognerebbe insegnare a considerare i valori di rispetto legati ad ogni singolo essere vivente, che sia o meno senziente.

Si dovrebbe abbandonare quel retaggio culturale cui si è spesso vincolati, dal momento che gli animali sono perfettamente in grado di avvertire la differenza tra benessere e dolore, di discriminare le condizioni propizie o nocive alla loro sopravvivenza, di reagire allontanandosi da ciò che potrebbe minacciare la loro esistenza preservandosi.