di RAFFAELLA CARDONE (Corrispondente dall’Inghilterra)
Il St. Andrew’s Healthcare è uno dei più grandi e ricchi istituti di beneficenza della Gran Bretagna che fornisce assistenza a pazienti affetti da disturbi mentali. E’ stato fondato nel 1838 con il nome di Northampton General Lunatic Asylum, collocato su un terreno di proprietà del Priorato Cluniacense di Sant’Andrea.
Quando nel 1948 nacque nel Regno Unito il National Health Service (NHS), l’Istituto fu autorizzato a mantenere il suo status giuridico di ente benefico, le cui eccedenze in donazioni vengono tutt’oggi reinvestite nella cura dei pazienti. Il St. Andrew’s riceve il 90% delle sue entrate da pazienti indirizzati dal SSN (Social Security Number), mentre il resto viene inviato principalmente dai Servizi Sanitari Statali di Irlanda, Gibilterra e Bermuda.
Durante i suoi 183 anni di attività, il St. Andrew’s ha ospitato diversi personaggi di rilievo storico tra cui Jonh Clare, Lucia Joyce, Violet Gibson.
Jonh Clare (Helpston, 13 luglio 1793 – Northampton, 20 maggio 1864) è noto come ”il poeta contadino del Northamptonshire”, per le sue poesie dedicate alla vita di campagna e per le descrizioni dei paesaggi naturalistici della Contea. Nonostante il suo svantaggiato background socio-economico e culturale, entrambi i genitori erano analfabeti, Clare ricevette un’educazione formale. I suoi libri preferiti includevano ”Robinson Crusoe” di Daniel Defoe e ”The Compleat Angler” di Izaak Walton. Scrisse per molti anni, fino a quando la sua salute mentale e fisica si indebolì al punto tale da essere rinchiuso al St Andrew’s Hospital di Northampton ove morì, dopo avervi trascorso gli ultimi 23 anni della sua vita.
Lucia Joyce (Trieste, 26 luglio 1907 – Northampton, 12 dicembre 1982), figlia del noto scrittore irlandese James Joyce, studiò a Parigi divenendo una ballerina professionista di danza moderna – la famiglia Joyce non approvò mai questa sua scelta – carriera che abbandonò nel 1930. Ebbe diversi rapporti con uomini che la respinsero tra cui lo scrittore Samuel Beckett, più interessato ad entrare nell’orbita del famoso padre James Joyce. Lucia iniziò a mostrare i primi segni della malattia mentale (schizofrenia) in età adulta. Dopo un susseguirsi di consulti medici e di diagnosi fu presa in cura dal celebre psichiatra e psicoanalista svizzero Carl Jung, il quale riteneva che Lucia e il padre James fossero entrambi schizofrenici, ma che in quest’ultimo il disturbo era funzionale perché ne esaltava la genialità. Per Jung padre e figlia erano “come due persone che stanno annegando in mezzo a un fiume in piena, ma mentre una affonda senza speranza, l’altra ci sguazza beatamente” , e, pertanto, giunse alla conclusione che Lucia era talmente connessa alla dimensione psichica del padre che la psicoterapia non sarebbe stata efficace. In sostanza, lo psicanalista svizzero non fu in grado di aiutarla, e James Joyce dovette accettare lo stato psichico irrimediabilmente compromesso della figlia. Dopo diversi ricoveri in ospedale Lucia fu trasferita al St. Andrew’s Hospital, dove trascorse gli ultimi 31 anni della sua vita. La madre non cercò mai nessun contatto con lei. E’ stata tumulata nel cimitero di Kingstorpe nel Northamptonshire. Ancora oggi alcuni aspetti della sua vita, sopratutto la relazione con il padre, sono in buona parte avvolti dal mistero, poiché molte sue lettere e cartelle cliniche furono distrutte.
Violet Gibson (Dublino, 31 agosto 1876 – Northampton, 2 maggio 1956), ennesima figura di rilievo storico presa in carico dall’Istituto. Nata in una nobile famiglia irlandese – figlia di Edward Gibson, primo Barone di Ashbourne e Lord Cancelliere d’Irlanda – Violet è passata alla storia perché il 7 aprile 1926, attentò a Roma alla vita del dittatore italiano Benito Mussolini, il quale impose l’assoluzione al Tribunale Speciale che le riconobbe la totale infermità di mente. Fu espulsa dall’Italia per essere ricoverata al St. Andrew’s Hospital ove morì sola. Da adulta si avvicinò a diverse religioni prima di convertirsi al cattolicesimo, convinta, nei suoi deliri e ossessioni, che Dio la inducesse ad uccidere.
Ulteriori personaggi degni di nota che hanno soggiornato nell’Istituto sono stati Frank Foster (britannico giocatore di cricket), Josef Hassid (violinista polacco) e Frank Bruno (ex pugile professionista britannico).
Oggi il St. Andrew’s Healthcare offre assistenza sanitaria a adulti, bambini e adolescenti (CAMHS) affetti da patologie mentali, tra cui vi rientrano anche il disturbo dello spettro autistico e dell’apprendimento. Alcuni pazienti provengono dal sistema giudiziario penale.
L’Istituto offre lavoro a 4.500 dipendenti e si prende cura di circa 750 persone. L’organizzazione ha sedi a Northampton, Birmingham e nelle contee dell’Essex e del Nottinghamshire. Tuttavia, negli ultimi anni il St. Andrew’s Healthcare ha ricevuto diversi controlli effettuati dall’ispettorato della Commissione per la Qualità della Cura (CQC), il quale ha identificato carenze ripetute e sistemiche che richiedono miglioramenti. Una sollecitazione ben accetta dall’ente benefico, che fa della soddisfazione dei pazienti il suo marchio distintivo.
Finalmente una “chicca” accurata tra le mille informazioni sempre purtroppo approssimative, laddove false, di strutture che, ovunque siano allocate, meritano citazione per far da traino alle migliori prospettive per assistere chiunque abbia necessita’…Di fatto un messaggio positivo in momenti dove si riscopre quel senso umanistico e di solidarieta’ nell’appartenenza globale che si era decisamente persa nei suoi fondamentali.
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