FERRARA: IL SILENZIO DI PINO BARILARI NELLA LUNGA NOTTE DEL 1943

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di MARA PRINCIPATO

Pino Barilari è un farmacista, nato e cresciuto a Ferrara, ha contratto in gioventù una malattia venerea che lo ha portato alla paralisi e gli impedisce di lavorare nella farmacia, ereditata dal padre, situata sotto la sua abitazione.

Farmacia di Barilari

Trascorre le sue giornate in casa, davanti ad una finestra che si affaccia su Viale Roma, esattamente sopra la farmacia. Ha una moglie molto bella che lo tradisce, Barilari lo sa ma finge di non sapere. È un uomo che potremmo definire privo di colore; una figura grigia, pigra, che forse non ha mai aderito fino in fondo alle scelte che ha fatto.

Nel periodo finale della dittatura fascista, all’epoca della Repubblica di Salò, la notte del 15 dicembre 1943 in città avvenne un episodio tragico. Il fascista ferrarese Carlo Aretusi, soprannominato “Sciagura”, decise di farsi notare inscenando una azione dimostrativa forte. Undici persone, tutte considerate avversarie del Regime, prelevate dalle loro abitazioni e dai nascondigli, furono uccise per rappresaglia in corso Roma, proprio sotto la finestra di Barilari, prospiciente il “Castello Estense”, il quale era sveglio in attesa della moglie uscita per un incontro con un altro uomo.

Il farmacista vide tutto, la fucilazione, il presidio organizzato attorno ai corpi affinché nessuno si avvicinasse. Gli stessi corpi furono successivamente abbandonati sul marciapiede nei pressi della farmacia di Barilari. Il mattino seguente, quando l’eccidio fu scoperto dalla popolazione, alcuni soldati tentarono di tenere lontane le persone intenzionate ad avvicinarsi ai cadaveri per riconoscerli.

A guerra finita cominciò la ricerca per individuare i responsabili del massacro. Barilari, chiamato a testimoniare, alla domanda precisa su cosa accadde quella notte rispose: “Dormivo”. Non denunciò, non perché colluso con il Fascismo, ma per l’incapacità di assumersi la responsabilità di essere l’unico testimone. Nessuno, neanche “Sciagura”, verrà condannato per quelle uccisioni.

I caduti: Emilio Arlotti, Pasquale Colagrande, Mario Hanau, Vittore Hanau, Giulio Piazzi, Ugo Teglio, Alberto Vita Finzi, Mario Zanatta (fucilati su Corso Roma oggi ribattezzato Corso Martiri della Libertà); Girolamo Savonuzzi ed Arturo Torboli (uccisi alle mura di San Tommaso); Cinzio Belletti, giovane operaio ucciso in via Boldini per sopprimere un probabile testimone.